lunedì 23 aprile 2018

Bal Anat per me

é già passata qualche settimana dall'intenso Bal Anat Tour in Europa. Mi ero ripromessa di scrivere un post su questa esperienza per me così speciale, ma pur avendo mille cose per la testa, l'esperienza è stata così intensa che forse avrò bisogno di un anno per riuscire davvero a metabolizzare tutto quello che ho vissuto e scoperto facendo di nuovo parte di Bal Anat. 
Ci sono però alcune cose che mi sono rimaste dentro, che ho notato, e ho apprezzato e che sento il bisogno di condividere.
Prima di tutto il valore di partire da una base di studio comune solida, una tecnica che permette di studiare le coreografie in modo indipendente, garantendo una uniformità che ha poi bisogno solo di un paio di giorni per essere trasformata in una performance di gruppo caratterizzata non solo dal sincronismo tecnico, ma da una profondità emotiva che permette di essere un gruppo anche dal punto di vista emotivo/creativo, (per arrivare a questo si lavora molto sia sulla sincronizzazione che sull'affiatamento del gruppo, pescando da diverse tecniche della danza e del movimento). 
Mentre si impara la coreografia viene posta grande attenzione anche alla componente emotiva che è parte fondante di un movimento danzato sentito e non "riprodotto", ad ogni coreografia corrispondono non solo dei passi, ma anche un mood, un'ambientazione e una ricerca personale che permetta ad ogni danzatrice di ri-trovare se stessa, il proprio significato, la propria essenza nella Tribe che rappresenta. (un esempio di questo processo creativo è il collage che trovate qui sotto)


Un'altra cosa che mi lascia senza parole è l'energia che si crea sul palco tra tutti noi, che sia una prova generale o lo spettacolo vero e proprio, ma anche l'energia che viene trasmessa al pubblico, che non è semplice "spettatore", ma è catturato e portato nel nostro mondo, come ho già detto in qualche post, questo non è uno spettacolo, ma una vera e propria esperienza.
Da un punto di vista personale per me aver fatto parte di Bal Anat in Europa è stata una sfida, un traguardo, un inizio e una fine, una frustrazione e una immensa soddisfazione, una conferma e la scintilla del dubbio, insomma tante cose, non sempre coerenti, ma di sicuro importanti per il mio percorso di danzatrice, ma anche e soprattutto del mio percorso di crescita come persona.

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