giovedì 19 gennaio 2017

Tutto un altro mondo...

sono ormai un paio di settimane che sono alla ricerca di un nuovo argomento per questo blog, ho scritto molte idee in uno dei miei libretti magici :) ma nessuna era ancora riuscita a sbocciare. 
Ieri mentre parlavo con una mia allieva mi è tornato alla mente questo video, un documentario del 2007 di Cèlame Barge, intitolato "Dancers" che parla di un'altra danza orientale, non quella fatta di lustrini, ma quella fatta di necessità... e così ho trovato l'argomento del mio nuovo post. 
Condivido il link al documentario (sottotitolato in inglese), perchè non mi pare sia "girato" tanto in Italia all'interno del mondo della danza orientale. 
Lo condivido anche perchè, credo sia importante conoscere questo aspetto più nascosto della danza che noi pratichiamo, ma ho deciso di non aggiungere altro, questa volta non voglio "dire", ma lasciar parlare queste donne, che fanno comunque parte del nostro mondo. 
Lascio la parola anche a voi, per condividere le vostre riflessioni e i vostri pensieri, perchè a volte è molto più importante ascoltare che parlare (o scrivere, in questo caso)...

Buona Danza
Francesca

"Dancers" documentario di Celame Barge

link youtube "Dancers" documentario di Celame Barge

2 commenti:

  1. Ho visto tutto il video, ho letto tutti i sottotitoli. Volevo capire il più possibile. Ovviamente sapevo già che in Egitto (e non solo) molte donne devono diventare delle danzatrici solo per sopravvivere alle avversità, e sapevo che per loro danzare non è così esaltante come lo è per noi occidentali che invece lo facciamo per passione. Nonostante tutto, ciò che mi ha fatto soffrire molto, e che mi ha lasciato una grande tristezza nel cuore, è la condizione generale delle donne che vivono in quei luoghi: di fatto, danzano perchè per molte di loro è impossibile trovare lavori diversi, non hanno molte opportunità, quasi non sono considerate persone. Qui in occidente ci sono ancora molti problemi da risolvere per le donne, ma effettivamente, rispetto alla condizione in cui si trovano le donne in certi luoghi della terra, noi occidentali siamo come "regine". Che tristezza infinita!!

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    1. E' vero quello che dici, ma per me proprio per questo, abbiamo la responsabilità, noi che possiamo scegliere, di divulgare questa danza con rispetto e onestà culturale, cercando di non cancellare i lati che non sono abbastanza "belli", ma partendo da questi. Per me è il primo segno di rispetto verso queste e molte altre donne che non hanno scelta. Con questo non intendo dire che bisogna togliere la poesia a questa danza, ma al contrario usare questa poesia per trasmettere un messaggio che non sia solo creativo, ma anche culturale e sociale.

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